In occasione del Convegno presenteremo il nostro nuovo libro in cui abbiamo raccolto il sapere, le esperienze e il metodo che in questi 30 anni di formazione ed esperienza in ambito educativo abbiamo costruito e crediamo che possa essere quello che ci conduce nel procedere quotidiano all’interno dei servizi che gestiamo sul territorio della provincia di Verona.
Per prepararvi all’evento e alla presentazione del libro, che verrà regalato ai partecipanti al Convegno, vi lasciamo la premessa in cui scoprirete com’è articolata la pubblicazione e quali sono le tematiche trattate.
Buona lettura!!
Correva l’anno 1988. Un gruppo di persone di Montorio (Vr) appartenenti ad una associazione di volontariato denominata Lassa che i Zuga decise che era arrivato il tempo per strutturare una nuova realtà socioeducativa in grado di rispondere ai bisogni del territorio. È così che furono gettate le basi per la nascita del PONTE SOCIETA’ COPERATIVA SOCIALE ONLUS. Sono passati trent’anni da allora e la cooperativa si è sviluppata e consolidata sul territorio diventando una delle realtà più significative della scena sociale veronese.
Questa pubblicazione nasce da due grossi desideri e da una rinuncia. Questi due grossi desideri sono la volontà di rimarcare la nostra trentennale presenza all’interno del territorio veronese e la voglia di rilanciare il nostro progetto andando a definire nuove possibili piste di lavoro. La rinuncia, invece, è quella di non realizzare una pubblicazione che racconti il percorso storico della cooperativa o che celebri in modo asettico il nostro importante traguardo. L’obiettivo che ci siamo prefissati è stato quello di dar luce ad una pubblicazione che mantenesse una chiara connotazione pedagogica e che delineasse in modo preciso alcune piste di lavoro da seguire affinchè il nostro contributo possa essere sempre più significativo per le realtà educative presenti sul territorio.
La pubblicazione è suddivisa in tre parti e il lettore può scegliere il modo in cui preferisce esplorare i contenuti dell’opera. Pur essendo le tre parti distinte, suggeriamo comunque di leggere dall’inizio alla fine per poter trarre il senso complessivo del processo di crescita della nostra realtà. La prima parte è sostanzialmente un inquadramento teorico pedagogico delle scelte educative che contraddistinguono i nostri servizi e le nostre metodologie. La seconda parte, invece, è una condivisione delle caratteristiche qualificanti dei servizi educativi che gestiamo e delle nostre principali metodologie di lavoro. La terza parte sostituisce, di fatto, le conclusioni che si mettono alla fine di ogni pubblicazione. La nostra intenzione principale è quella racchiusa nel titolo: Un ponte verso il futuro. Vogliamo aprire una riflessione sugli orizzonti che caratterizzeranno il nostro lavoro educativo per i prossimi anni, prospettando delle piste di ricerca-azione sul campo in collaborazione con altre realtà che con noi vorranno realizzare questo pezzo di strada.
Nella prima parte presentiamo le cinque colonne portanti che in questi trent’anni hanno sostenuto le modalità di gestione dei servizi educativi e tutte le nostre proposte innovative. La prima colonna del nostro approccio pedagogico riconosce le possibilità di una Pedagogia della Felicità, che promuova il benessere complessivo della persona. Osserviamo la centralità educativa della persona attraverso l’attenzione alle tre dimensioni della conoscenza educativa – sapere, saper fare e saper essere – e soprattutto attraverso la realizzazione di percorsi di crescita che sappiano intercettare armoniosamente le aspettative e i desideri personali in vista di una promozione integrale della persona. La seconda colonna riconosce la persona al centro del proprio progetto educativo: crediamo nell’importanza del fatto che ciascuno si senta il protagonista principale della propria crescita. Il protagonismo della persona passa sempre attraverso la relazione con gli altri e con il mondo, nel pieno riconoscimento e valorizzazione delle differenze. La terza colonna, per l’appunto, individua la relazione educativa come un incontro che genera cambiamento. E’ nostra convinzione che la maturazione emotiva, sociale ed anche politica delle persone avvenga all’interno di una dinamica relazionale in cui ci si prenda cura uno dell’altro. Una relazione che permette quindi di sentirsi “parte attiva” del proprio contesto di vita. La quarta colonna è l’attenzione al contesto educativo, lo sfondo integratore in cui riconoscersi come entità unica ed irripetibile ma soprattutto in relazione con gli altri e con il mondo. Lo sfondo integratore permette di connettere le differenze e di attivare un contesto emozionale in cui riuscire a mettersi in gioco senza paura di essere giudicati. L’ultima colonna, ma non in ordine di importanza, è la consapevolezza che la progettazione e la realizzazione di interventi educativi di qualità sia possibile solamente all’interno di un sinergico lavoro di equipe. Lavorare bene insieme è condizione essenziale non solo per garantire l’efficacia del progetto educativo, ma anche e soprattutto per promuovere il luogo di lavoro come ambiente di benessere per i lavoratori.
Nella seconda parte presentiamo i nostri servizi educativi e delineiamo le caratteristiche pedagogiche che hanno orientato nel tempo il lavoro quotidiano degli educatori. Il primo ambito preso in esame sono i servizi per l’infanzia, da sempre una parte significativa fra quelli gestiti dalla cooperativa. Illustriamo la nostra idea di bambino per poi passare, in una logica di continuità, alla definizione del ruolo dell’educatore all’interno di un servizio 0/3. Ci siamo soffermati su alcuni aspetti a nostro avviso qualificanti: lo spazio educativo del nido, il gioco e il materiale e la relazione con le famiglie. Il secondo ambito è quello dei servizi educativi territoriali per minori. Abbiamo cercato di far emergere alcuni aspetti importanti del nostro approccio metodologico. Siamo partiti dal concetto di Generatività come cardine della visione di Welfare che condividiamo e che orienta alcune delle nostre scelte. Abbiamo poi presentato nei paragrafi successivi alcuni strumenti specifici che utilizziamo all’interno dei servizi. Nell’ultimo paragrafo esploriamo una dimensione educativa che sta acquisendo un’importanza sempre più marcata per noi, cioè la capacità di riconoscere e di gestire le proprie emozioni. Il terzo è un ambito sostanzialmente nuovo per la nostra cooperativa ed è quello dei servizi per il lavoro. È da soli 4 anni, infatti, che la cooperativa gestisce un servizio di questo tipo, il target di utenza è rappresentato da adulti disoccupati che vogliono inserirsi o re-inserirsi nel mondo del lavoro: le caratteristiche e i bisogni che intercettiamo sono molto diversi da quelli dei minori a cui si è fino ad ora rivolta la nostra attenzione sociale. Dopo un primo inquadramento generale di questi servizi analizziamo il modo in cui essi si collocano all’interno delle politiche attive che in questi ultimi anni, a causa della crisi del 2008, sono state attivate. Presentiamo, dunque, gli sportelli InformaLavoro e gli aspetti metodologici del servizio più significativi. Un accenno importante in proposito è l’importanza della rete con gli altri servizi che operano a diversi livelli sul territorio. A nostro avviso questa è una condizione necessaria ed essenziale per riuscire a rispondere in modo efficace ai bisogni di questo target di persone. L’ultimo capitolo di questa seconda parte è dedicato al Centro Psico-Pedagogico, uno dei servizi che, a nostro avviso, caratterizza in modo più innovativo la nostra cooperativa e che racchiude in sé anche le maggiori potenzialità per il futuro. Dopo una premessa generale sulle sue caratteristiche abbiamo approfondito due aspetti importanti che lo contraddistinguono: i percorsi di consulenza, che mirano alla valorizzazione delle risorse personali e la formazione, rivolta ai professionisti che lavorano in ambito educativo, ai genitori ma anche alle aziende.
La terza parte disegna orizzonti di apertura verso il futuro. In questi trent’anni la caratteristica che ci ha contraddistinto maggiormente è stata la nostra spinta all’innovazione pedagogica e alla sperimentazione, portandoci a percorrere dei sentieri educativi per alcuni aspetti ancora inesplorati.
Una delle piste di ricerca-azione su cui vorremmo lavorare per i prossimi anni è l’attenzione alla generatività dei servizi e la misurazione dell’impatto sociale degli stessi: dovrà divenire nell’immediato futuro una attenzione sempre più pressante in relazione anche alla continua contrazione delle risorse pubbliche erogate. Un’altra pista di sviluppo è rivolta alle metodologie educative e ai miglioramenti personali e sociali che questi modelli possono portare. Un primo sentiero da esplorare è l’adozione della Maieutica quale metodologia pedagogica in grado di sviluppare il potenziale inespresso della persona, con l’obiettivo di promuovere le competenze atte ad auto-generare il cambiamento. Gli ambiti di lavoro approfonditi sono le consulenze individuali, di gruppo, il lavoro con le classi. Un secondo sentiero, poi, è la Mindfulness e l’utilizzo delle pratiche di meditazione in educazione. Nel momento storico in cui viviamo è di fondamentale importanza orientare l’attenzione al vivere con consapevolezza, puntando a riconoscere le nostre modalità di pensiero e di approccio alla realtà per una crescita personale e collettiva equilibrata. L’ultima pista di ricerca, collegata proprio all’aspetto della crescita positiva ed equilibrata, ci conduce lungo la via delle 16 attitudini per una vita felice. Nel 2012 abbiamo tradotto in italiano e pubblicato l’opera di A. Murdoch e D. Oldershaw, edita dalla Casa Editrice iI Ponte con il titolo Le 16 Attitudini per una vita felice. Il lavoro contiene alcuni degli aspetti pedagogici che crediamo possano rispondere ai bisogni dei bambini, dei giovani e degli adulti di oggi.